Tanto si sta scrivendo e si continuerà a scrivere riguardo alla recente liberazione dietro pagamento di un riscatto, della nostra connazionale rapita in Kenia da membri dell'associazione terroristica somala Al Shabaab; questo fatto ha scatenato orde di serial haters, masse di buonisti ad oltranza e ad ogni costo e anche manipoli di politici interessati a sfruttare a fini elettorali l'attualità del fatto, naturalmente secondo l'orientamento politico chi é pro, chi é contro e ciò continuerà almeno fino a quando non accadrà un clamoroso nuovo evento perché come
affermò il "filosofo" Pippo Franco < oggi ti mettono sul giornale e
domani ci si puliscono il culo >
Errori nel gestire la situazione ne sono stati compiuti a manciate ma il più madornale che ha poi scatenato tutta la rovente polemica é stato quello di averla esibita in pubblico con indosso quella palandrana color verde che rappresenta il simbolo stesso delle donne vicino al terrorismo, insomma é come se fosse scesa dall'aereo con in mano la bandiera nera dell'ISIS dello Stato Islamico, in pratica un'apologia al terrorismo e questo é inaccettabile e credo che si configuri pure come reato; per carità, non voglio mettere in discussione la sua fede che é libera e protetta dalla Costituzione ma bastava indossare uno di quegli abiti tradizionali che siamo abituati a vedere in tutta Europa e da tempo anche in Italia.
Chiarito questo punto penso che prendersela ossessivamente con questa giovane ragazza che forse é partita con tutte le buone intenzioni e l'entusiasmo ma anche con l'incoscienza e l'inesperienza dovuta all'età, lo reputo oltremodo eccessivo e cannibalesco; andare in Africa senza un minimo di esperienza può essere fatale; quando io e la mia compagna eravamo in Tanzania a Mbagala 23 Km fuori Dar Es Salaam presso la missione di Padre Fedele notammo che il cancello era blindato con le guardie armate di mitra, il primo avvertimento fu: < finché c'é luce potrete girare come volete ma al calar del tramonto girare é pericolosissimo dovrete rientrare in missione > e all'epoca il terrorismo internazionale non era ancora un fenomeno eclatante come ora.
Le ONG smuovono un mare di denaro tra donazioni e contributi che fioccano come neve sulle Alpi in inverno; vi ricordate del capitano Carola Rakete della nave Sea Watch ? Ebbene all'indomani dell'arresto e del sequestro della nave la ONG di sua appartenenza raccolse in pochi giorni 5 milioni di dollari.
Il denaro attrae chiunque, sia persone oneste e qualificate come Gino Strada e la sua ONG Emergency sia persone disoneste che fiutano l'affare, gestiscono il malloppo a proprio piacimento e mandano allo sbaraglio sotto pagati o affatto pagati, giovani volontari impreparati, perché più é numerosa la presenza sul campo più le donazioni e i contributi aumentano; che nel mondo esistano persone oneste, buone e caritatevoli e persone disoneste e criminali non va certo spiegato é un fatto incontrovertibile; vi ricordate " er Cecato " di Mafia Capitale e il suo fiorente business dei Centri di Accoglienza ?
Chi controlla l'operato delle ONG ? Nessuno, a parte il primo riconoscimento da parte del Ministero degli Esteri per poter essere accredidati ad operare e ricevere i contributi.
Il non ripetersi di tali funesti eventi é pressoché impossibile ma possiamo fare in modo che avvengano con meno frequenza; come ?
Ogni volontario che parta per zone in conflitto e pericolose come Siria, Iraq, Afganistan, Somalia, Libia, Yemen, Etiopia ecc. ecc. dovrà essere autorizzato dalla Farnesina che valuterà la credibilità e l'esperienza della ONG di appartenenza ad operare in tali zone e soprattutto valutare minuziosamnete la formazione, la preparazione e la comprovata competenza tecnica degli operatori, obbligatoriamente coperti da una polizza assicurativa prima che il viaggio verso il luogo di destinazione abbia inizio.
Se tale iter fosse stato operativo Silvia Romano non sarebbe potuta partire per l'Africa, avrebbe evitato di vivere un tale trauma e ci avrebbe risparmiato tutta l'apprensione per la sua sorte patita in questo anno e mezzo.
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